Gabriella Poli – Peschiera del Garda – Ho sempre pensato che il futuro fosse la dimensione ideale. Un futuro teso al miglioramento in tutti i campi, al raggiungimento di traguardi ambiziosi, allo sviluppo di progetti professionali, di sogni da realizzare e povero di invidia e viltà. Ne parlavo a Milano, anni fa, con l’amico Italo Piccoli, docente di sociologia alla Cattolica e quando gli dissi testualmente “L’uomo può vivere solo nel futuro”, rimase colpito. Erano gli anni ’90 in piena New Age dove il “qui e ora” imperava. Ma il presente paga solo chi decide di vivere rassegnato a far passare il tempo giorno dopo giorno fino a che passa anche la vita. L’uomo che vive nel futuro è un concetto visionario che ha messo nero su bianco, tra l’altro, Paolo Crepet, ieri sera a Peschiera in una conferenza nell’ambito della terza edizione del Senior Festival organizzata dall’associazione Sos Violenza Domestica.
Perché il pensiero del futuro mantiene vivi e vitali anche gli anziani, i quali finché pensano a realizzare progetti non sentono il peso degli anni e sopportano più serenamente le magagne del presente. Ma la progettualità del domani è indispensabile soprattutto per le giovani generazioni che non possono limitarsi a vivere parandosi dietro le indiscutibili difficoltà a trovare lavoro. Anche le generazioni passate hanno avuto difficoltà nel lavoro ma hanno affrontato fatica, privazioni e responsabilità, hanno studiato e si sono preparate alla professione seriamente. Senza sacrificio, sforzo personale e progetto si resta fermi nel presente a passare giornate e serate inutili. Ecco perché la sana ambizione è un concetto che fa muovere il mondo. Non importa se si sbaglia, una, due, cento volte. L’azione ragionata e eticamente corretta è vincente, chi agisce è vincente. Al coraggio di affrontare le difficoltà e progettare un domani migliore si affianca la passione che ha reso grandi e spesso longevi artisti e uomini famosi.
Ecco dunque che passione e coraggio rappresentano quella marcia in più che può sconfiggere anche la vecchiaia e la malattia. Che può salvare dal baratro le nuove generazioni deboli e inconcludenti, non vaccinate alla fatica del pensiero, del sublime semplice, della bellezza dell’arte e della cultura, indebolite dalla scuola di stato, permissiva e senza valori…
Crepet, psichiatra, sociologo, scrittore e grande affabulatore, ha trovato consensi nella platea dei senior, guidata dall’assessore Massimo Oliva, organizzatore del Festival e dal manager e storico dott. Carlo Scattolini. La serata si è conclusa con autografi dell’autore sui due libri presentati “La passione” e “Il coraggio”, appunto.
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Io voglio solo dire questo a volte abbiamo vicino chi subisce qs violenze ma non c’è ne accorgiamo. Il silenzio delle vittime è un alleato che non tradisce non giudica non fa domande non ti imbarazza non ti costringe a sentire nianche le tue parole e ti nasconde alla faccia di una legge che non ti difende.
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