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Giugno 2014: Violenza, una piaga che colpisce donne e minori

piaga che colpisce«Ormai quasi quotidianamente assistiamo ad eventi tragici, consumati in contesti  familiari che vedono come vittime soprattutto le donne e i minori». Questo il motivo che ha spinto cinque amiche a fondare, nel novembre 2013, l’associazione Sos violenza domestica onlus. «Più di una volta – aggiungono Ketty Remelli (presidente), Gabriella Poli (vicepresidente), Patrizia Bertagna (segretaria), Iole Pasquetti (pubbliche relazioni), Mariagrazia Giane (tesoriere) coadiuvate dal direttore scientifico Lorenzo Tessari – ci eravamo ritrovate a commentare questi fatti di cronaca e ci eravamo fermate a riflettere su come tale evento poteva essere accaduto e la prima domanda che sorgeva nella mente e nel cuore di ciascuna di noi era se non si poteva evitare un tale esito, se non c’era la possibilità di intervenire prima, se qualcuno, vicino ai soggetti protagonisti della tragedia, non avesse colto segnali di malessere che provenivano da quel nucleo familiare. Leggendo i giornali o guardando la televisione – aggiungono – abbiamo capito che questo tipo di violenza colpisce tutte noi, non conosce barriere geografiche e culturali, né di classe o etniche. Abbiamo capito che dobbiamo identificarci con ogni donna che soffre e trasformare la sua sofferenza in un grido comune di solidarietà. Potrà sembrare un’affermazione un po’ forte, però la violenza domestica può essere definita come la più diffusa violazione dei diritti umani del nostro tempo». Da qui l’intento di Sos violenza domestica onlus: promuovere campagne di sensibilizzazione per prevenire questo tipo di violenza e per creare o potenziare le azioni di sostegno e integrazione sociale delle vittime. Nei primi mesi del 2014 Sos violenza domestica ha proposto tre incontri presso la parrocchia San Benedetto di Peschiera del Garda: il 22 gennaio “Violenza tra le mura di casa”, il 26 febbraio “Violenza intrafamiliare al minore” e l’1 aprile “I rischi psicologici legati alla violenza in internet”. «Da quest’ultimo incontro – affermano le organizzatrici – è emerso che la rete internet è una piazza grande quanto il mondo, dove è possibile fare incontri interessanti, divertenti, arricchenti, o anche molto pericolosi. La faccenda si complica sapendo che chiunque può fingere di essere quello che non è. S’è inoltre parlato di IAD, dipendenza psicologica da internet: chi ne soffre non sa stare lontano dalla rete e, quando proprio deve spegnere il computer diventa triste, ansioso, arrabbiato. Ci si è chiesti in che modo un genitore può proteggere il proprio figlio. Vietare l’uso del cellulare o della rete non è possibile. Quello che si può fare è imparare ad usare il cellulare e la rete, farlo insieme ai ragazzi, parlare con loro dei rischi che si corrono, mantenere una relazione di confidenza e ascolto in cui sia possibile raccontare senza paura le cose difficili, i messaggi o le esclusioni che fanno stare male. L’aspetto educativo comincia a casa con un buon rapporto con i figli». Altri incontri verranno organizzati nei prossimi mesi.

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